Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuole esser lieto, sia,
di doman non c’è certezza.
Lorenzo De Medici
Ieri sera è
andata in onda la prima entusiasmante puntata della serie Rai "I Medici:
Masters of Florence", che per otto puntate ci accompagnarà alla scoperta
di Cosimo De Medici (nonno del più celebre Lorenzo), che con il suo amore per l'arte e la sua astuzia ha contribuito a rendere Firenze la grande culla d'arte che oggi conosciamo.
Nel nostro viaggio nei colori, vediamo allora i due stemmi
dei protagonisti della serie, quello della famiglia dei Medici e quello della
città di Firenze.
MEDICI
Le origini
di tale stemma sono dubbie: secondo una leggenda piuttosto tarda le palle
sarebbero le
impronte della clava dal gigante Mugello lasciate sullo scudo
dorato del mitico progenitore del casato, Averardo, giunto in Toscana al
seguito di Carlo Magno.
Secondo
altre ipotesi, ritenute piuttosto improbabili, le palle medicee potrebbero
essere pillole medicinali
e andrebbero riferite al nome della famiglia, o arance amare che alluderebbero ai commerci
dei Medici con l'Oriente.
L'opinione
più accreditata vuole che lo stemma, che nella forma più antica sarebbe stato
un campo d'oro seminato di bisanti vermigli (o,
meglio, torte vermiglie, essendo i bisanti per
definizione smaltati d'oro o d'argento), sia derivato, mediante inversione
degli smalti, dall'insegna dell'Arte
del Cambio (di rosso, seminata di bisanti d'oro), alla quale i Medici
si erano iscritti dopo essersi stabiliti a Firenze dal Mugello.
La palla in alto fu sotto Piero il Gottoso sostituita da una palla azzurra, caricata di tre fiordalisi d'oro, per concessione del re di Francia.
FIRENZE
L'araldica
mostra un “Iris germanica”, detto giglio
di Firenze o giaggiolo bianco, di colore rosso su sfondo bianco o argento.
La sua
origine è incerta, tra le varie leggende sorte in merito vi è quella che vede
derivare l'abbinamento della città (Florentia) con il fiore perché la sua
fondazione da parte dei romani avvenne
nell'anno del 59 a.C., durante le celebrazioni romane per l'avvento della
primavera, i festeggiamenti in onore alla dea Flora (Ludi
Florales o Floralia - giochi e competizioni pubbliche) che si svolgevano dal 28
aprile al 3 maggio.
In origine i
colori erano invertiti, ma essendo questi simbolo dei Ghibellini mentre il loro
contrario (ovvero i colori attuali) simbolo dei Guelfi, alla vittoria di questi
ultimi il colore della città divenne rosso su sfondo bianco.
I COLORI NEI
DUE STEMMI
ORO: è il
metallo più nobile. Si indica punteggiando il campo dello scudo o le figure
così colorate. E' simbolo di ricchezza, comando, potenza.
ROSSO: si
rappresenta con linee verticali e, richiamandosi al sangue versato in
battaglia, rappresenta il valore, l'audacia, la nobiltà ed il dominio.
BIANCO: in
araldica questo colore è sostituito dall'argento, ma alcune figure possono
essere rappresentate in bianco.
ARGENTO: con l'oro è uno dei due metalli usati in araldica.
Negli stemmi disegnati in bianco e nero, si indica lasciando in bianco il
campo. In araldica sostituisce il bianco in quanto più splendente. Simboleggia
la purezza, l'innocenza, la giustizia e l'amicizia.
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