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martedì 20 dicembre 2016

Il grigio più selvaggio (23)

Buonasera fedeli grigi seguaci!
Questa sera viaggeremo nel più vero, antico e selvaggio significato del nostro grigio topo!
E cosa è più antico e spontaneo delle fiabe?
Ed è proprio in una delle più antiche e note fiabe che osserviamo il nostro colore prender vita nel suo più vero significato.

Stiamo parlando di CENERENTOLA, celebre protagonista di una fiaba dei fratelli Grimm.
Il nome Cenerentola, infatti, deriva dal color grigio scuro, simile alla cenere, che continuamente copriva la povera fanciulla, costretta dalla matrigna e dalle sorellastre ai più umilianti e miseri lavori.
Quindi prima ancora di conoscere la protagonista di questa fiaba, dal suo solo nome possiamo capire molte cose: lei è infatti, come il grigio scuro, un colore sporco, il colore di chi compie i lavori più miseri e degradanti, soprattutto fisici. 
Inoltre il grigio ha anche un altro significato che ben si ad dice alla bella Cindarella: è il colore dall'assoluta neutralità. Un colore che passa inosservato, così come la fanciulla, ignorata dalla famiglia, il cui unico riferimento è il fantasma della madre, e che viene notata soltanto dal principe (quindi in realtà ha poco di cui lamentarsi!)

Un altro esempio della letteratura fiabesca dimostra queste associazioni: la storia di GRISELDA, tratta dal Decameron di Boccaccio.
La storia di Griselda, parte 2:l'esilio
dei maestri della storia di Griselda
Così come per Cindarella, anche in questo caso il nome della protagonista deriva dal colore grigio (Gris=grigio in germanico). In questo racconto è ancora più evidente come il grigio rappresenti neutralità e impassibilità. La protagonista della novella Boccacciana infatti subisce dal marito numerose prove di fedeltà: le vengono sottratti i figli, le viene imposto un secondo matrimonio e l'esilio, e così via, e ad ogni prova lei risponde allo stesso modo: con l'assoluta noncuranza e indifferenza (celebrati come segni di devota fedeltà).
Griselda è quindi proprio come il nostro grigio; impassibile a tutto ciò che lo circonda, totalmente neutro.


lunedì 28 novembre 2016

Mousey hair

"Carrie stood among them stolidly; a frog among swans. She was a slightly chunky girl with pimples on her neck and back and buttocks, no one would call her attractive. Her wet, mousey hair, dirty blonde yet completely without colour."

"Carrie stava tra di loro in maniera insolita: una rana tra cigni. Era una ragazza un po' grossa, con brufoli sul collo e sulla schiena e sui glutei, nessuno l'avrebbe definita attraente. I suoi umidi capelli erano color grigio topo, giallo sporco e ancora completamente senza colore. "

Carrie, Stephen King
Locandina versione cinematografica di Carrie del 1976

domenica 27 novembre 2016

Incanto grigio-zen

(...)
forse cita Dante o cita fruscii di foglie
scostate dal braccio robusto
spostate dalla gonna americana
nubiloso è l'asfalto della strada
meditazioni ne esalano, incanti grigio-zen ...

tratto da La maestra Morchet vive, Andrea Zanzotto

venerdì 11 novembre 2016

Mar Grigio, di Aldo Palazzeschi







 
lo guardo estasiato  tal mare:
immobile mare uguale.
Non onda,
non soffio che l'acqua ne increspi,
non aura vi spira.
Di sopra lo copre un ciel grigio
bassissimo, intenso, perenne.
lo guardo estasiato tal mare.
Non nave, non vela, non ala,
soltanto egli sembra
un'immensa lamiera d'argento brunastro.
Su desso
velato si mostra ogni astro.
Il sole si mette una benda di luttoll,
la luna un vel grigio,
le innumeri  stelle lo guardano
tenendo un pochino socchiuso
il lor occhio vivace.
lo guardo estasiato tal mare.
Ma quale fu l'acqua ad empirlo?
Dai monti ruinò?
Sgorgò dalla terra?
Dal cielo vi cadde?
O cadde piuttosto dagli occhi del mondo?

Mar grigio,
siccome  una lastra d'argento brunastro,
immobile e solo,
uguale,
ti guardo estasiato.
Ma c'è questo mare? Ma c'è?

Sicuro che c'è!
lo solo lo vedo,
io solo mi posso indugiare a guardarlo,
tessuta ho la vela io stesso:
la prima a solcarlo.



sabato 5 novembre 2016

Bonapartista-Grigio Topo

Marius Pontmercy
disegnato da Gustave Brion
"In pochi giorni Marius divenne l'amico di Courfeyrac. La giovinezza è la stagione delle pronte saldature e delle rapide cicatrizzazioni. Vicino a Courfeyrac egli respirava liberamente, cosa nuova per lui. Courfeyrac non gli fece domande, non ci pensò neppure. A quell'età il volto esprime subito tutto e la parola è inutile. Ci sono dei giovani di cui si potrebbe dire che hanno la fisionomia ciarliera; basta guardarli per giudicarli.
Tuttavia, una mattina Courfeyrac gli fece a bruciapelo questa domanda:
Les Amis de l'ABC
disegnato da Emile Bayard
- A proposito, avete un'opinione politica?
- Oh bella! - rispose Mario quasi offeso.
- Cosa siete?
- Democratico-bonapartista.
- Tinta grigio-topo rinforzata - osservò Courfeyrac.
L'indomani, Courfeyrac introdusse Marius nel Caffè Musain. Poi gli disse all'orecchio, sorridendo: - Devo procurarvi il diritto di ingresso nella rivoluzione. - L'introdusse nella sala degli Amici dell'A B C, e lo presentò ai compagni, dicendo sottovoce questa parola che Marius non comprese: E' un allievo."

I Miserabili, Victor Hugo
traduzione di E. Di Mattia


mercoledì 2 novembre 2016

Grigio cielo

"E' la desolazione di un grigio cielo morto che si raggrinzisce qua e là in nuvole ancora più nere del cielo."
Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine


martedì 11 ottobre 2016

...ora possiedono te.


Qualcosa che era una bomba, una grossa bomba, aveva distrutto i miei originali tavolini Njurunda a forma di yin color verde ramarro e yang arancione, da incastrare insieme per formare un cerchio. Ora erano un cumulo di schegge. 
Il mio salotto Haparanda con le fodere arancione, firmato da Erika Pekkari, era un ammasso di immondizie. 
E io non ero il solo schiavo del mio istinto di nidificazione. Gente che conosco, che una volta andava a sedersi in bagno con una rivista pornografica, adesso va a sedersi in bagno con un catalogo dell’Ikea. 
Abbiamo tutti la stessa poltrona Johanneshov con lo stesso disegno Strinne a strisce verdi. La mia è precipitata per quindici piani, bruciando, dentro una fontana. 

Abbiamo tutti le stesse lampade Rislampa/Har costruite con filo di ferro e carta ecologica, non sbiancata. Le mie sono coriandoli. 
Tutte quelle sedute in bagno. 
Il servizio di posate Alle. Acciaio inossidabile. A prova di lavastoviglie. 
L’orologio Vild da anticamera, di acciaio zincato, oh, non avevo potuto farne a meno. 
La consolle a ripiani Klipsk, oh, sì. 
Le cappelliere Hemlig. Sì. 
Tutta roba che luccicava disseminata nella strada sotto il mio grattacielo. 
La mia parure coordinata Mommala. Disegnata da Tomas Harila e disponibile in quanto segue: 
Violetto. 
Fucsia. 
Cobalto. 
Ebano. 
Antracite. 
Bianco latte o vinaccia. 
Una vita intera per comprare questa roba. 
I miei tavoli Kalix dallo smalto fine per le occasioni. 
I miei tavoli da nido. 
Compri mobili. Dici a te stesso, questo è il divano della mia vita. Compri il divano, poi per un paio d’anni sei soddisfatto al pensiero che, dovesse andare tutto storto, almeno hai risolto il problema divano. 
Poi il giusto servizio di piatti. Poi il letto perfetto. Le tende. Il tappeto. 
Poi sei intrappolato nel tuo bel nido e le cose che una volta possedevi, ora possiedono te. 


da Fight club, di Chuck Palahniuk,
traduzione di Tullio Dobner